giovedì 16 gennaio 2014

12 anni schiavo - 12 years a slave

La storia vera di un povero disgraziato che nell'America schiavista finisce per dodic'anni in una
piantagione è inevitabilmente una cosa toccante.
Oltre a questo però non riesco proprio a capire cosa ci sia di così particolare in questo film da avergli fatto meritare, notizia di oggi, nove nomination all'Oscar.
Certi argomenti evidentemente, lo dico senza amor di polemica, toccano la coscienza americana e son come un vento un poppa.
Però se vogliamo fare un parallelo con quanto aveva fatto nel 99 Benigni con l'Olocausto non c'è davvero paragone.
Lì davvero c'era stato un cambiamento di linguaggio per arrivare a presentare con forza una storia sentita così tante volte da renderci quasi insensibili.

Qui invece al di là del lato tecnico su cui non sono in grado di esprimermi non sono rimasto colpito anzi McQueen emotivamente più presente non mostra quello stile chirurgico che mi era piaciuto così tanto in Shame.

Tant'è, il cinema è fatto anche per raccontare delle storie che devono essere raccontate e comunque Fassbender fa sempre più paura.

mercoledì 15 gennaio 2014

Il capitale umano


L'idiozia delle polemiche che hanno anticipato il film ( "La Brianza non è così!) crea uno strano
effetto di metacinema mentre vediamo i protagonisti consultare La Prealpina.
Il fatto è che il film non esagera per nulla nel rappresentare la società Zampettiana che qui sottratta della sua simpatia ignorante risulta ancor più verosimile.

Poi non necessariamente doveva essere la Brianza, il Varesotto per esempio sarebbe andato benissimo.

Dino borghesuccio arrivista sfrutta le frequentazioni della figlia Serena col bel mondo per tentare il colpaccio con una grossa speculazione.  Ma si sa la finanza l'è na bruta bestia e in più si mettono di mezzo i giovani che quando bevono poi ci scappa il morto.

E' un gran film, bravi tutti soprattutto Bentivoglio viscido, sgradevole, disgustoso. La Bruni Tedeschi proprio non la sopporto ed è bravo Virzì a contenerla ( gli sfugge solo un paio di volte e scatta l'isteria).
Gifuni è una carogna senza fare la macchietta.Matilde Gioli fa il suo porco lavoro, ha un viso Hollywoodiano ed è così gentile da farci vedere le tette giovani e arroganti.

"sono fica ma sono anche complessa"
Se devo trovare qualcosa che non mi ha convinto è solito moralismo un po' ingenuo già presente un po' in tutta la filmografia di Virzì: i poveri sono buoni i ricchi cattivi.
Frasi come " Avete scommesso sulla rovina di questo paese e avete vinto" sembrano scritte apposta per esaltare il commentatore tipo del sito di Repubblica.

mercoledì 8 gennaio 2014

I sogni segreti di Walter Mitty - The Secret Life of Walter Mitty

Walter è un grigio archivista di Life. 
Innamorato di una collega e pieno di rimpianti per una vita che non ha mai vissuto preferisce ripararsi nelle proprie fantasie di rivalsa.
Sarò la ricerca di una particolare fotografia a spingerlo a riprendersi in mano il proprio destino.

Ben Stiller cerca di un uscire dal proprio solito ruolo da deficiente con questo remake di un film del Quarantasette di cui è anche regista.

Il tentativo riesce a metà nel senso che le parti più godibili del film sono proprio quelle in cui gli capitano le peggiori disavventure.

Il film in sé invece mi è piaciuto parecchio. Siamo nelle zone poetiche e paracule di Vita di Pi con in più l’efficace componente comica (discretamente inserita nel contesto della storia).

Manca rispetto al film di Lee la potenza delle immagini pur ricercata con tanti bellissimi panorami esotici. Sono però da segnalare un paio di belle sequenze, quelle in cui il protagonista inizia la propria riscossa, nelle quali Stiller si siede sapientemente sulle spalle di due grandi pezzi di Arcade Fire e Bowie ( ah, a quanto pare Space Oddity è chiamata “Major Tom” anche nell’originale).

Lo schema canzone + scena epica si ripeterà altre volte nel film, tanto da stancare.

Un buon film.