Dedicato a tutti i vecchi, quelli di oggi e quelli di domani questo è il memento mori con cui si conclude questo bellissimo film di animazione tratto dall'omonima graphic novel del 2008 di Pablo Roca.
L'amicizia nella malattia, la forza nella disperazione. Temi trattati con sapienza e delicatezza in un'opera in grado di suscitare un'empatia rara coi personaggi.
Emilio un ex direttore di banca colpito da Alzheimer e spedito al ricovero dal figlio cercherà insieme ai nuovi compagni una possibilità di salvezza.
Un po' La vita è bella nella capacità acrobatica di saltare tra i toni e un po' Train de vie in quello sguardo finale di Emilio che non potrà non strapparvi una lacrima.
Un'ora e mezza di poesia.
martedì 30 luglio 2013
lunedì 29 luglio 2013
Mud (2012)
Presentato a Cannes 2012 e non distribuito in Italia. Due fattori che sono quasi una garanzia per questo Mud
opera terza per Jeff Nichols già regista del buon Take Shelter.
opera terza per Jeff Nichols già regista del buon Take Shelter.
La sorpresa di questo film è la conferma, dopo Killer Joe, delle capacità attoriali di Matthew McConaughey passato da essere il cane che si stende nudo sul divano di D&G a grande attore.
Un paio di scene con gli addominali al vento comunque non se le nega neanche qui.
Ma che film è questo Mud?
Immaginatevi una location tipo Re della terra selvaggia ma con meno acqua. Il genere invece è un po' il coming of age alla Stand by me ma più incazzato.
Ellis e Neckbone ( Tom e Hackelberry?) sono due ragazzini con la faccia da River Phoenix che grazie ad una situazione famigliare non propriamente rosea possono vagare liberamente a bordo della loro barchetta scassata sul delta del fiume Arkansas.
Su un isolotto trovano un Mud (Matthew M.), un fuggitivo bisognoso di aiuto.
Neckbone ha già le idee chiare e vuole sapere cosa può ottenere in cambio dei suoi sforzi. Ellis ( il vero protagonista del film) è ancora un sognatore incapace di restare fermo di fronte alle ingiustizie ma indeciso se abbandonarsi o meno al cinismo come han fatto tutti quanti lo circondano.
Farà bene ad aiutare Mud, eroe romantico disposto a tutto pur di salvare la sua bella ( e qui inutile ) Reese Witherspoon oppure finirà cornuto e mazziato come al solito?
Con mezzora in meno sarebbe stato un gran film, verso metà rallenta troppo. Sarà che col digitale si risparmia sulla pellicola ma ormai troppi film superano inutilmente le due ore.
Per fortuna sul finale svuotano i caricatori e si riprende in pieno. Ve lo consiglio.
venerdì 19 luglio 2013
Tutti pazzi per Rose - Populaire (2012)
Normandia, 1958. Rose è una ragazza simpatica, paciosa e imprevedibile e scappa dalla campagna dove l'attendeva un matrimonio programmato per cercar fortuna come segretaria in città. Qui trova Louis, un capoufficio pronto a soprassedere alla sua manifesta incapacità per spingerla invece a coltivare il proprio unico talento: la velocità a battere a macchina...
Forse perché abituato agli standard altissimi delle ultime produzioni francesi sono rimasto abbastanza deluso da questa pur piacevole commediola.
Tutti pazzi per Rose si riduce essere un training movie non particolarmente riuscito che sfrutta bene l'ambientazione e i toni da film americano anni Cinquanta ma che nella scelta di rimanere fedele a certi cliché di genere non propone nulla di nuovo. Se però adorate i colori confetto e a casa vostra avete risintonizzato i canali per mettere Real Time TV sull'1 questo è il vostro film.
Sempre bravo Romain Duris, assicuratore piacione e vena drammatica della storia nel suo rapporto difficile col padre e nell'amore mancato con la pregiatissima Bérénice Bejo.
Déborah François con quei lineamenti da cerbiatta maliziosa è perfetta per il suo ruolo.
Qualcuno ha tirato in ballo Amélie, a me è venuto in mente più che altro Bridget Jones...
Un film da vedere in compagnia femminile quando vi sentite sì generosi ma neanche proprio masochisti.
Sempre bravo Romain Duris, assicuratore piacione e vena drammatica della storia nel suo rapporto difficile col padre e nell'amore mancato con la pregiatissima Bérénice Bejo.
Déborah François con quei lineamenti da cerbiatta maliziosa è perfetta per il suo ruolo.
Qualcuno ha tirato in ballo Amélie, a me è venuto in mente più che altro Bridget Jones...
Un film da vedere in compagnia femminile quando vi sentite sì generosi ma neanche proprio masochisti.
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martedì 9 luglio 2013
Spring breakers (2013)
Quattro woo-girl raccimolano con una rapina i soldi per andare a sfasciarsi in Florida. Lì incontrano un irriconoscibile James Franco ad iniziarle alla thug life.
Film straniante (vi chiederete "che cazzo abbiamo appena visto?!") e nel contempo efficace rappresentazione di questa generazione idiota.
Paradigma e parodia del film-videoclip, ironico e paraculo nell'indugiare in lunghe sequenze di tette e culi, pistole, belle macchine e thresome in piscina.
Il Nulla non è trasparente e silenzioso ma ha dei fantastici colori fluo e suona con le bellissime musiche singhiozzanti di Skrillex.
Veloce, diretto,divertente ma attenzione, siamo in zona Sindrome da Donnie Darko: condito furbescamente di simboli non va forse iperanalizzato per poi trovarsi fra qualche anno col dubbio di aver sopravvalutato un innocua sciocchezza.
Questa non è la prima generazione che Harmony Korine distrugge: già nel '95 ( a 19 anni!) aveva scritto la sceneggiatura di quel film tremendo che fu KIDS: giovani meno stupidi delle sciacquette di Spring Breakers ma molto, molto più cattivi. Se non l'avete visto recuperatelo assolutamente.
Film straniante (vi chiederete "che cazzo abbiamo appena visto?!") e nel contempo efficace rappresentazione di questa generazione idiota.
Paradigma e parodia del film-videoclip, ironico e paraculo nell'indugiare in lunghe sequenze di tette e culi, pistole, belle macchine e thresome in piscina.
Il Nulla non è trasparente e silenzioso ma ha dei fantastici colori fluo e suona con le bellissime musiche singhiozzanti di Skrillex.
Veloce, diretto,divertente ma attenzione, siamo in zona Sindrome da Donnie Darko: condito furbescamente di simboli non va forse iperanalizzato per poi trovarsi fra qualche anno col dubbio di aver sopravvalutato un innocua sciocchezza.
Questa non è la prima generazione che Harmony Korine distrugge: già nel '95 ( a 19 anni!) aveva scritto la sceneggiatura di quel film tremendo che fu KIDS: giovani meno stupidi delle sciacquette di Spring Breakers ma molto, molto più cattivi. Se non l'avete visto recuperatelo assolutamente.
lunedì 1 luglio 2013
Rectify (2013)
Ciò che colpisce di questa miniserie non è certo l'originalità dell'argomento.
Scagionato dopo 19 anni nel braccio della morte Daniel torna alla natìa Redneckville. Non c'è però la classica impostazione che ci si attenderebbe date queste premesse. Dove in altri Crime Drama il protagonista prendeva in pugno il proprio destino e andava a caccia del vero colpevole (Life) qui tutto è votato all'introspezione.
Daniel si muove come un alieno in un luogo e in un tempo che non è più il suo circondato da compaesani indisposti ad accoglierlo e da famigliari incapaci di trovare una chiave di lettura per mettersi in comunicazione con lui.
Dalla solitudine nella sua cameretta di teenager quarantenne torna ai momenti infiniti in cella alla ricerca disperata di un equilibrio tra filosofia e disperazione.
Sullo sfondo un processo che rischia di riaprirsi e il mistero dell'omicidio Hannah quasi una sottotrama che si dipana più tradizionalmente sulla falsariga di Twin Peaks o del più recente The Killing.
Pur nell'estrema lentezza Rectify è molto ben recitato ( impossibile rimanere impassibili di fronte al volto triste di Daniel portato in scena da Aden Young) e soprattutto scritto con mano fermissima.
Purtroppo sei episodi bastano appena per cominciare a conoscere i protagonisti e vista l'ultimissima scena, di fronte ad un anno di attesa, rimane un grande senso di vuoto.
Scagionato dopo 19 anni nel braccio della morte Daniel torna alla natìa Redneckville. Non c'è però la classica impostazione che ci si attenderebbe date queste premesse. Dove in altri Crime Drama il protagonista prendeva in pugno il proprio destino e andava a caccia del vero colpevole (Life) qui tutto è votato all'introspezione.
Daniel si muove come un alieno in un luogo e in un tempo che non è più il suo circondato da compaesani indisposti ad accoglierlo e da famigliari incapaci di trovare una chiave di lettura per mettersi in comunicazione con lui.
Dalla solitudine nella sua cameretta di teenager quarantenne torna ai momenti infiniti in cella alla ricerca disperata di un equilibrio tra filosofia e disperazione.
Sullo sfondo un processo che rischia di riaprirsi e il mistero dell'omicidio Hannah quasi una sottotrama che si dipana più tradizionalmente sulla falsariga di Twin Peaks o del più recente The Killing.
Pur nell'estrema lentezza Rectify è molto ben recitato ( impossibile rimanere impassibili di fronte al volto triste di Daniel portato in scena da Aden Young) e soprattutto scritto con mano fermissima.
Purtroppo sei episodi bastano appena per cominciare a conoscere i protagonisti e vista l'ultimissima scena, di fronte ad un anno di attesa, rimane un grande senso di vuoto.
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