aumentino proporzionalmente al realismo della riproduzione per poi crollare quando la somiglianza supera una certa soglia.
Questa zona detta del perturbante è stata osservata da studiosi di robotica giapponesi negli anni 70 (sì raga, Mobile Suit Gundam) eppure le basi le aveva già poste Freud: queste sensazioni sono correlate al fatto che sotto sotto siamo tutti dei serial killer terroristi transessuali.
Ma non voglio divagare.
L' introduzione era per dire che nonostante The Adventures of André and Wally B. ovvero il primo cortometraggio in CGI sia del 1984 ed al momento la tecnologia lo permetta ( vedi Avatar) sono in pochi a scegliere di realizzare film d'animazione completamente fotorealistici. La butto lì, che c'entri qualcosa Freud?
C'entra sempre Freud!
In questo caso siamo ben lungi dal fotorealismo: la scelta, felicissima, è stata di ambientare il tutto nel mondo dei videogiochi.
Passeremo quindi dai cabinati degli anni 80 agli ultimi tamarrissimi delle console attuali.
Questo ha permesso di avere una grande varietà stilistica, adattando di volta in volta le immagini al contesto.
Un accenno alla trama. Ralph è un personaggio stufo di fare il cattivo, vorrebbe essere accettato dalla comunità e per farlo si mette nei guai.
Come vedete non c'è niente di nuovo, la memoria va dritta a Shrek con cui addirittura è condivisa la tipologia di universo ( qui un "contenitore" dei vari videogame, lì delle favole).
Eppure, nonostante l'inevitabile componente bimbominkieska di un prodotto Disney ( nel personaggio Vanellope e il suo mondo zuccheroso) sono rimasto sorpreso per quanto curato fosse l'impianto narrativo.
Proprio come dovrebbe essere sempre in un racconto nulla di ciò che vi è mostrato è inutile. Anche personaggi accennati che parrebbero messi lì solo come riempitivo prima della fine si rivelano tasselli fondamentali per la quadra finale. Addirittura si troverà un posto di lavoro per quei personaggi dei primi videogiochi finiti a fare i barboni!
Se non avesse indugiato in certi momenti inutili sarebbe stato perfetto eppure, Oscar o meno, mi è piaciuto di più di Brave .
C'entra sempre Freud!
In questo caso siamo ben lungi dal fotorealismo: la scelta, felicissima, è stata di ambientare il tutto nel mondo dei videogiochi.
Passeremo quindi dai cabinati degli anni 80 agli ultimi tamarrissimi delle console attuali.
Questo ha permesso di avere una grande varietà stilistica, adattando di volta in volta le immagini al contesto.
Hey ma questo non è Leisure Suit Larry |
Come vedete non c'è niente di nuovo, la memoria va dritta a Shrek con cui addirittura è condivisa la tipologia di universo ( qui un "contenitore" dei vari videogame, lì delle favole).
Eppure, nonostante l'inevitabile componente bimbominkieska di un prodotto Disney ( nel personaggio Vanellope e il suo mondo zuccheroso) sono rimasto sorpreso per quanto curato fosse l'impianto narrativo.
Proprio come dovrebbe essere sempre in un racconto nulla di ciò che vi è mostrato è inutile. Anche personaggi accennati che parrebbero messi lì solo come riempitivo prima della fine si rivelano tasselli fondamentali per la quadra finale. Addirittura si troverà un posto di lavoro per quei personaggi dei primi videogiochi finiti a fare i barboni!
Se non avesse indugiato in certi momenti inutili sarebbe stato perfetto eppure, Oscar o meno, mi è piaciuto di più di Brave .
A me invece al contrario, mi è piaciuto più Ralph che Brave :)
RispondiEliminaeheh Barbara era così noiosa la mia recensione che devi esserti assopita sull'ultima frase! ;-)
EliminaMolto, molto carino davvero.
RispondiEliminaMi ha ricordato in qualche modo Bolt: un ottimo tentativo Disney di raggiungere la sua costola Pixar.
Bolt era una figata infatti nella memoria l'avevo messo nella casella Pixar pensa te
EliminaAhahah grande maste! penso che anche un cartone di barbie sia meglio di brave
RispondiEliminama no dai!
EliminaLa penso come te. Molto meglio di "Brave", che per certi versi mi ha davvero deluso
RispondiEliminadopo Brave ci vuole una sorpresa da parte di Pixar altrimenti si stanno proprio disneyzzando
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