sabato 9 marzo 2013
Shame (2011)
Brandon (Michael Fassbender) è ossessionato dal sesso.
Sappiamo poco di lui e poco sapremo. Egli nasconde dietro la sua espressione impassibile il proprio tormento e vaga per Manhattan come un predatore nella jungla. Soltanto la sorella, una Carey Mulligan in versione ragazza incasinata, riuscirà ad infrangere il suo equilibrio a malapena conservato a forza di Youporn e prostitute.
Il regista è quello Steve McQueen che ci aveva fatto vedere le pareti delle prigioni inglesi ricoperte di merda. Qui riprende asetticamente gli ambienti fighetti di New York. I rapporti sessuali vissuti come esercizi di ginnastica, come tic, come un rituale compulsivo che trova un significato soltanto nell'esser ripetuto infinitamente.
Perfette le scelte di casting: Fassbender oltre che uno sguardo magnetico ha un grosso cazzo.
I momenti che restano nella memoria: il lungo piano sequenza della corsa, Carey Mulligan che canta New York New York dall'inizio alla fine, tutta la discesa agli inferi dell'ultima mezzora.
Un film bellissimo che forse però, proprio come il suo protagonista, tende un po' troppo ad indugiare su se stesso.
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Io tutta questa bellezza non sono proprio riuscita a trovarla, in questo film.
RispondiEliminamagari ti è sembrato un po' lezioso no?
Eliminaun cazzo di capolavoro!
RispondiEliminaLa concisione del Cannibale dice tutto!
RispondiEliminaUna delle più grosse delusioni dello scorso anno. Un bel pacchettone con dentro il nulla.
RispondiEliminaPer me un capolavoro assoluto. punto U.U
RispondiEliminaBel film, anche se dovevano un po' più specificare il perché di questa sua ossessione per il sesso.
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