Su un palcoscenico, no scusate, in un appartamento a New York due coppie si incontrano a seguito di una lite tra i figli. Questo il presupposto per una commedia che riesce a non annoiare troppo soprattutto grazie alla relativa brevità (un'ora e venti, bene così).
La trama procede per contrasti che, concedetemelo, non sono così distanti da quelli di un film a caso dei fratelli Vanzina.
Dagli iniziali attriti dettati dallo scontro tra i figli, si passa a quello tra piccola e media borghesia passando poi a questioni politiche: la visione del mondo liberal della Foster contro quella cinica dell'avvocato Cristoph Waltz.
Man mano che il muro di ipocrisia non riesce più a contenere l'astio emergono quelle che sono le pulsioni più bestiali facendo prima vacillare l'unione delle due coppie per poi far coalizzare gli uomini, lasciando le due controparti femminili unite soltanto dalla propria frustrata solitudine.
Mi ero ripromesso di non far discorsi da studente fuoricorso di Scienze della Comunicazione e non ce l'ho fatta.
I personaggi sono dei cliché come se ne incontrano a centinaia nella realtà, da un film ci si aspetta qualcosa in più no? Anche da Roman Polanski mi aspetto qualcosa in più
Carnage è un adattamento di un'opera teatrale in cui in nessun momento compare una pistola. Non si può quindi imputargli di non averla mai fatta sparare.
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