giovedì 14 febbraio 2013

Moonrise Kingdom - Una fuga d'amore (2012)

Non posso dire di amare particolarmente i film di Wes Anderson. Il motivo principale è la mia antipatia antropologica verso una certa tipologica di personaggi da lui  rappresentati ripetutamente: infantili, depressi, maniaci.

Tendo, nella vita reale, a considerare queste persone delle attention whore degne di un'alzata di sopracciglio. Probabilmente la cosa si ripercuote anche sul mio giudizio estetico.

In questo caso però i protagonisti sono due giovanissimi, un bambino ed una bambina e la cosa, mista ad un mio progressivo rimbambimento,  probabilmente mi ha portato a tollerare maggiormente certe fisime, permettendomi quindi di apprezzare di più tutto il resto.

Si perchè Moonrise Kingdom, stranamente, mi è piaciuto proprio tanto.

La storia si svolge su New Penzance un'isola immaginaria semideserta del New England in quella fascia di Stati Uniti che si infila tra Canada e Oceano Atlantico. Un luogo abbastanza a Nord per dare una luce crepuscolare perfetta e abbastanza isolato per giustificare la malinconia dei personaggi.

Sam è un orfano rifiutato dai coetanei che ha trovato una sua dimensione come boyscout modello.


Vorrei vivere in un film
 di Wes Craven



Suzy è una ragazzina ribelle terrorizzata dal pensiero di far la fine di sua madre (poverina: ha passato la vita in compagnia di Bill Murray che se ne va in giro per casa scazzato in boxer e canottiera).

I due si incontrano, si legano con un'amicizia di penna (siamo nel '65!) e alla fine decidono di fuggire insieme.
La fuga è tragicomica e quando intervengono gli adulti si incasina ancora di più.

Però è un film talmente ispirato
che mi son sentito trascinato a quei pomeriggi di vent'anni fa in cui guardavo su Italia1 i film fin-svedesi trasmessi al Giffoni Film Festival.

Mi tocca riprovare a guardare i Tenenbaum per capire cosa non aveva funzionato la prima volta.


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