venerdì 31 maggio 2013

Assassinio sull'Eiger - The Eiger sanction (1975)






Oggi 31 Maggio è il compleanno di Clint Eastwood.
Da un'idea di Frank Manila un bel gruppo di blog di cinema lo celebra con la recensione di uno dei suoi film e ci sono anch'io.
Ecco la sigla.





Abituato ormai a vederlo come un Maestro mi ero un po' dimenticato il personaggio con cui da bambino lo avevo conosciuto: il classico son-of-a-bitch con gli stivali di pitone e lo sguardo di uno a cui è meglio non rompere le scatole.

Ho quindi deciso di recensirgli questo bel filmetto d'azione, forse un'opera minore ma molto rappresentativa di una lunga fase della sua carriera.

Ma che film è sto Assassinio sull'Eiger di cui non avevo mai sentito parlare?

E' il 1975 reduce dai successi dell'Ispettore Callahan e dopo aver girato già tre pellicole come regista Clint decide di ricavare dal romanzo di Trevanian un film con pochi fronzoli.

Il dottore Dr. Jonathan Hemlock è un'insegnante d'arte con un passato da killer a pagamento per la CIA e la passione per l'alpinismo.
E' il classico sbruffone misogeno, razzista, avido e vendicativo.
L'Agenzia lo richiama in servizio per un ultimo omicidio. L'unica informazione è che il target fa  parte di una spedizione di scalatori della parete nord dell'Eiger, montagna che il Dr. Hemlock ha già tentato di scalare due volte senza successo.
Parte subito per la Svizzera...

Questo film ricalca con un tono incrudito e semplificato certi film di James Bond di quegli anni. Non c'è nessun personaggio positivo però. I soldi, l'inganno e la vendetta sono il motore della storia che si conclude lasciando intendere che in un mondo di cattivi Hemlock sia il peggiore di tutti.

Eastwood invece di pensare ad approfondire i personaggi sembra preoccuparsi più che altro della spettacolarità delle immagini. Nella parte centrale del film c'è una scena in cui, senza controfigura, si arrampica su un torrione in mezzo alla Monument Valley: da pelle d'oca.


In merito a questo riporto un piccolo aneddoto che vale più di mille parole su Clint in questo giorno di celebrazioni.
La scalata finale all'Eiger volle fosse filmata sui percorsi reali senza usare immagini di repertorio o ambientazioni fittizie. Insistenze con la produzione su cui la ebbe vinta al prezzo della vita di uno degli operatori a cui finì una pietra in testa ( proprio come ad uno dei personaggi del film).
Sono cose inconcepibili al giorno d'oggi.

Eastwood era convinto che usare controfigure fosse una roba da fighetti e ci teneva molto far sapere a tutti quanto fosse un duro. Ecco cosa disse a Roger Ebert al tempo dell'uscita del film:

"Non voglio usare stuntman perché voglio usare teleobiettivi e zoomare lentamente sulla mia faccia così che si veda che sono veramente io. Tempo fa mi sono un po' travestito e mi sono infilato ad un' anteprima del film per vedere le reazioni del pubblico. In una scena in cui ero appeso per aria la donna di fronte a me disse all'amica "Cavoli vorrei sapere come han fatto a girarla", e l'amica rispose " Effetti speciali".

Che dire, Clint Eastwood sarà pure un po' fascio però è troppo il migliore.



Qui di seguito tutti i link delle recensioni degli altri blog.

Grazie a Pio per l'header ed il bellissimo video di anteprima.

50/50 Thriller - Fino a prova contraria
500 film insieme - I ponti di Madison County
Bette Davis Eyes - J. Edgar
Bollalmanacco di cinema - Mezzanotte nel giardino del bene e del male
Combinazione Casuale - Per un pugno di dollari
Director's cult - Ispettore Callaghan: il caso Scorpio è tuo
Era meglio il libro - Assassinio sull'Eiger
Ho voglia di cinema - Mystic River
Il cinema spiccio - La recluta
In central perk - Invictus
La Fabbrica dei sogni - Million dollar baby
Montecristo - Cacciatore bianco cuore nero
Movies Maniac - Gran Torino
Pensieri Cannibali - Changeling
Scrivenny - Gli spietati
Triccotraccofobia - Un mondo perfetto
Viaggiando (meno) - Fuga da Alcatraz
White Russian Cinema - Space Cowboys
Le maratone di un bradipo cinefilo - Hereafter






martedì 28 maggio 2013

Colour from the dark (2008)

Da quando ho iniziato col blog ho avuto modo di confrontarmi con tanti appassionati di cinema che mi
hanno indirizzato verso generi e titoli in cui non mi sarei mai imbattuto se fossi a rimasto a sproloquiare di film in solitudine.

In particolare dall'amico Bradipo è arrivata la segnalazione di un filmetto che ha colpito subito la mia attenzione.

Colour from the dark riprende in maniera molto libera un noto racconto di Lovecraft The Colour Out of Space. La differenza tra l'uno e l'altro là si può ricavare direttamente dai titoli.

Nell'originale si trovava la consueta, per il caro vecchio H.P.,  commistione tra horror e fantascienza ( tutto partiva da una sorta di entità extraterrestre scesa sulla terra con un meteorite) qui invece abbiamo un horror più tradizionale comprensivo di certe componenti religiose assenti nel racconto.

Ad aggiungere interesse c'è l'ambientazione.

Nella seconda guerra mondiale in un casolare in Romagna una strana luce compare nel pozzo. Pietro, il contadino, all'inizio osserverà solo gli effetti positivi di quello strano fenomeno. La verdura mutura ,la zoppìa gli guarisce, la giovane cognata sordomuta inizia a parlare e soprattutto la moglie Lucia diventa una gran maiala.

Sarebbe da farci la firma insomma. Purtroppo per lui questa non è una fiction con Fiorellino ma un horror indipendente.

Presto la frutta inizia a marcire e con essa la faccia di Lucia nel frattempo divenuta pazza e  violenta. La situazione degera.

Il regista è Ivan Zuccon che giustamente non avevo mai sentito nominare mentre all'estero pare abbia un certo seguito.

Con centomila dollari (ovvero meno del costo di una puntata quaresimale di Cotto e mangiato) ha messo su un film tecnicamente dignitosissimo. Luci molto curate, dei buoni effetti speciali e un ottimo trucco ( in un horror con qualche sbudellamento come questo non era facile stare nel budget).

Un film che fa uno strano effetto: la qualità delle immagini  tipica dei video delle vacanze o dei film porno è però associata ad un ottima regia.

Un film molto piacevole in cui però non ho respirato le atmosfere di Lovecraft quanto avrei sperato.

lunedì 27 maggio 2013

Take this waltz (2011)

Se il regista non fosse UNA regista direi che questo è uno dei film più maschilisti degli ultimi anni.
Stavo per dire che siamo ancora a Madame Bovary, la fedifraga di due secoli e mezzo fa, però mi sarei sbagliato: Flaubert raccontava l'adulterio senza giudicare mentre  l'impressione che ho avuto qui è che Margot sia un personaggio detestato dalla Polley ( che oltre ad aver diretto il film ha scritto la sceneggiatura).

Ma che ha avrà fatto di male sta povera ragazza?

Margot sposata da cinque anni col pacioccoso Seth Rogen, al pari di una casalinga inquieta di Rovigo,  inizia a guardarsi in giro in cerca di emozioni forti.  Il marito sta scrivendo un libro monografico di ricette sul pollo e lei, pur col tutto il bene che gli vuole, non riesce a trovare molti spunti erotici nella cosa. ( evidentemente non ha visto Killer Joe)

Il destino vuole che il vicino di casa sia un bel tomo artistoide che tira il risciò per guadagnarsi da vivere e dipinge quadretti coi pennarelli. Come resistergli?

Il bello è che nel frattempo ride e scherza tutto il giorno col marito e continua a dirgli ti amo ma quanto ti amo con l'insistenza di una che cerca di accendere un fiammifero bagnato.

Le amiche la avvertono ( "Sometimes I just want something new, new things are shining - New things get old gli rispondono" )

Però il vicino è diabolico e sa come conquistare una donna: la porta alle giostre e gli dice frasi tipo " Ti bacio sulla fronte e poi ti scopo bendata", irresistibile.

Quello che la sventurata non sa è che quel ballo metaforico che deciderà di ballare ovvero il valzer del titolo è un ballo che alla fine ti riporta al punto di partenza. Il Califfo ce lo aveva già insegnato tanti anni fa.

Qui sulle note della canzone di Leonard Coen partono quattro minuti da antologia, quasi un film nel film sul come si consumerà il destino di Margot, una via di mezzo tra il finale di Odissea nello Spazio e la scena di Fantozzi va in pensione in cui prima di finire col culo per terra ottiene quattro segretarie in topless e poltrona in pelle umana.

" -e dopo ti porto a fare un giro sul typhoon"
"-eccoti l'utero"
Applausi per Sarah. Take this waltz è anche un film molto divertente e godibile a differenza di quella porcata autocompiacente di Blue Valentine con cui condivide protagonista e tematiche.

Michelle Williams è mostruosa, in una scena riesce a ridere e a piangere contemporaneamente. Se la piantasse di accettare dei ruoli così detestabili potrebbe diventare la mia attrice preferita.

Seth Rogen inizia il film col suo solito personaggio che si cambia le mutande una volta alla settimana per poi dare un'ottima prova di recitazione drammatica quando esigenze di copione lo costringeranno a togliersi quel sorriso beota dalla faccia.

Un gran film, una sorpresa da parte di una regista più giovane di me (=giovanissima) con una filmografia da attrice di tutto rispetto alle spalle e tra l'altro figa.

E poi in fondo anche se fosse un film maschilista a me che mi frega ? che ci faccia la morale da DC anni 50? forse la Polley ci sta dicendo una cosa, che aveva ragione il compianto Bigas Luna nel suo capolavoro con Valeria Marini: in certi casi alle donne quattro cose bisogna dare.

Che dite? Fatevi sto giro di valzer va






giovedì 23 maggio 2013

Confessions (2010)

Un'insegnante decide di vendicare a modo suo la figlioletta uccisa impunemente da due studenti solo che
per farlo non sceglie di utilizzare una paio di pinze ed una buona saldatrice.

L'ultimo giorno di scuola, nella disattenzione generale, racconta lentamente gli eventi legati alla morte della figlia e di come ha capito chi fossero i colpevoli. Al termine di un crescendo angosciante annuncia alla classe che ai due assassini, presenti, ha appena fatto bere un bel bicchiere di latte aromatizzato AIDS: Benvenuti!

Un film che narra i punti di vista dei protagonisti, le loro ragioni, le loro non ragioni spingendo all'estremo la forza delle immagini.

Certe sequenze ricordano dei videoclip, certe sono talmente truzze che ricordano dei videoclip anni '80.

Il risultato, al di là della crudezza delle situazioni, è visivamente molto affascinante.
Nakashima non aveva davvero paura di esagerare e per qualche strano motivo riesce a mettere insieme qualcosa di forte ma coerente.

Uscito in Italia con tre anni di ritardo, evidentemente si pensava che nel 2010 non fossimo pronti per certe tematiche ma adesso sì.

lunedì 20 maggio 2013

Il grande Gatsby - The Great Gatsby (2013)


Nel pieno splendore degli Anni Ruggenti Nick Carraway (Tobey Maguire) osserva e aiuta il misterioso miliardario Gatsby ( Leonardo Di Caprio) nella sua opera di riconquista dell'amore della propria vita ( Carey Mulligan). Arriverà al '29 in riabilitazione ma con un storia da raccontare.

Per il capolavoro di Fitzgerald questo è il quarto adattamento cinematografico, sicuramente non sarà l'ultimo.

Finora dall'anno della sua pubblicazione (1925) ogni generazione se ne è uscita con un proprio rifacimento che non è mai quello definitivo forse perché già definitivo, completo, perfetto è il Classico che si propone di rappresentare.

Baz Luhrmann sembra comprendere questo meccanismo e di fronte ad una frustrante irriducibilità sceglie di   mettere in scena il "proprio" Grande Gasby.

Il risultato è esteticamente fantastico. Un'opera pop che ricorda ( in meglio) quanto visto recentemente con Anna Karenina. La festa all'inizio, la corsa in macchina a New York, il passaggio dantesco tra Long Island e la discarica di carbone sono momenti grandiosi di Cinema.

Dove il film invece mi è parso meno riuscito è il lato drammatico. Faccio un esempio: la scena dell'albergo, in cui i protagonisti scoprono le proprie carte e prendono la rincorsa per lo showdown finale, mi è parsa priva della forza necessaria.

"Old sport"

Soprattutto da Carey Mulligan mi sarei aspettato qualcosa in più: nella sua bellezza luminosa e accessibile ci ripropone la sua solita faccetta da cerbiatto malinconico col sopracciglio sollevato e le labbra socchiuse, espressione che comincia a stufare.

Tobey Maguire ripescato per una produzione di serie A non è notoriamente un fenomeno ma a fare il giovinastro ingenuo in una situazione più grande di lui è molto nel personaggio.

Di Caprio semplicemente si è sostituito alla faccia di Gatsby che mi ero fatto leggendo il libro. La sua entrata in scena è memorabile, forse un po' esagera ma è l'ultimo vero Divo.

Infine le musiche una componente essenziale delle opere di Luhrmann. Canzoni moderne ( Lana del Rey, Jay Z, Jack White,...) inserite in un altro contesto storico sono qualcosa che ormai si è già visto e sentito e hanno perso quell'effetto straniante che si era avuto in passato. Vanno però viste nell'ottica di appropriazione e personalizzazione dell'opera da parte del regista e fanno il loro porco lavoro.

A rileggere quello che ho scritto sembra quasi non mi sia piaciuto. E' che non mi so esprimere.
E' un film bellissimo.

venerdì 17 maggio 2013

L'uomo con i pugni di ferro - The man with the iron fists ( 2012)

In una Cina tardo feudale una pletora variegata di personaggi se le dà di santa ragione come gatti incazzati in
un bagagliaio.

C'è la battona che taglia le teste coi nastri ( Lucy Liu), il panzone puttaniere esperto di coltelli (Russel Crowe) , il gigante d'ottone (ottone???)  ed il fabbro con le protesi di ferro... una sorta di Mortal Kombat ecco.

Il tutto è filmato con lo stile dei film di kung-fu anni 70 e qualche effetto Instagram sulla fotografia.

La trama è ininfluente, non lamentatevi. RZA, produttore e  rapper all'esordio alla regia si è messo tra i protagonisti ed è un cane clamoroso. Uno sguardo fisso che neanche io quando esagero con la tachipirina.

Il film invece è molto ben fatto ( giudicandolo per quanto si proponeva di fare) con coreografie spettacolari e una buona tensione.

Mettete pure il cervello in pausa e lasciare che i fotogrammi si dissolvano sulla retina senza alcuna destinazione neuronale.

Ogni tanto un film così ci vuole. Promosso.

martedì 14 maggio 2013

La vita facile (2011)

Migliore delle attese eppure un filmaccio.
Il triangolo tra una donnetta e due medici amici, per diversi motivi fuggiti in una missione in Africa.

Favino,televisivo, è l'unico che tenta di salvarsi però riporta sullo schermo il solito Albertosordi . Accorsi è sempre Accorsi.

La Puccini insopportabile ficadilegno come in mille altri film ( o forse era solo due) ostenta le sue due tettine prepuberali. Con la carica erotica di una lisca di pesce purtroppo è completamente fuori ruolo.

Tra dramma e commedia risulta più che inutile che orrendo.

Small Apartments (2012)

Franklin Franklin è un tipo candido e svitato che vive in un complesso di appartamentini abitati da altri tipi strani come lui.
L'amore per la Svizzera e la poca propensione a pagare l'affitto in fellatio lo portano ad uccidere il padrone di casa ( un Peter Stormare disgustoso).

Ne viene fuori un particolarissimo Crime Gone Awry movie con un bel cast in cui spiccano l'umanissimo ispettore Billy Cristal ed una deliziosa June Temple .

Imdb non gli dà neanche la sufficienza  ma per fortuna ho smesso di fidarmi dei voti di imdb da un bel po'.

A me è piaciuto molto.

giovedì 2 maggio 2013

Mr.Nobody (2009)

Apparentemente incasinatissima la storia di Mr. Nobody ( Jared Leto) è raccontata su tre diversi piani 
narrativi . 
Il tema di fondo è quello del What if ovvero il protagonista vive vite diverse in conseguenza di fatti casuali o scelte effettuate nel passare degli anni.
Nel 2092 (in un futuro rappresentato con poca fantasia bisogna dire)  lo vediamo 117enne ripercorrere la propria esistenza ed i propri sbagli alla ricerca di una soluzione ottimale ( =Diane Kruger).

Una specie di Butterfly effect misto a Se mi lasci ti cancello ( mi piace chiamarlo col suo nome bastardo).
Una storia romantica che non scade nel sentimentalismo tra fantascienza e paradossi temporali.
Bravissimo Jared Leto, forse un po' troppo ambizioso il regista.

Ah in Italia non l'hanno mai distribuito, in compenso la settimana scorsa sono usciti una dozzina di film ignobili.